In occasione della Giornata Mondiale Del neonato Prematuro, che ricorre il 17 novembre, cioè domani, ho voluto pubblicare una bella storia.
La storia fa parte di uno dei nostri libriccini, Storie di Donne, Gomitoli, Tanti Bambini e un Cuore, che è uscito l'anno scorso.
Dedico questa storia a tutte le mamme e a tutti i papà che domani si sentiranno in qualche modo festeggiati e ricordati, e a tutti i bambini, che sono proprio tanti, che Cuore di Maglia ha coccolato in questi anni.
Con l'affetto di tutto Cuore di Maglia.
Remigio e la Stella.Dove siano i bambini prima di venire al mondo, nessuno lo sa.
Ma è bello pensare che esista, da qualche parte nel firmamento, una stella speciale, con un minimondo speciale. Speciali i giardini e le case, perfino le vetrine con le caramelle, quelle che d’inverno si appannano e per vedere dentro devi farti scudo con le mani, sugli occhi, alla difesa.
Ogni tanto, da quella stella passa un autobus celeste e carica i bambini che devono scendere sulla Terra. Scelti i papà e le mamme, individuate le pance, i lettini pronti, perfino il pupazzino da mettere sulla culla, e il fiocco alla porta, i bambini arrivano, rosei e paffuti.
Ed è tutto un gridolino, tutto una lacrima di commozione e felicità, tutto un dire Somiglia a Me, Somiglia a Te.
Remigio quel mattino non ne aveva nessunissima voglia. Perché la Stella Speciale ha i suoi minilettini, come un minicollegio e quando è il momento suona la minicampanella, che dice che sì, è ora di scendere, mica di stare lì a poltrire.
Ma Remigio non era ancora pronto. Ne aveva di cose da fare. E poi, stava così bene al calduccio, lì, sulla Stella Speciale, a giocare con i minilego e a mininascondino con altri bambini piccini come lui.
Niente da fare.
Quella notte l’autobus suonava e suonava, e lui dovette fare di corsa il suo minizaino e scendere la miniscala e salire sull’Autobus Celeste.
Una volta arrivati sulla Terra, Arturo il guidatore fece scendere i bambini dall’Autobus, controllando sul foglio degli arrivi che ci fossero tutti. E quando furono scesi, rimase Remigio e i suoi occhioni grandi, a fissare silenzioso il povero Arturo.
E tu? Gli chiese. Presto si scoprì che Remigio non avrebbe dovuto essere lì, non certo per errore, i bambini errori non lo sono proprio mai, ma per via di quel certo trambusto che Adalgisa, la cuoca, aveva combinato quel mattino. Intenta a preparare le minitorte per la minicolazione e chiacchierando con Arturo, Adalgisa aveva chiamato anche Remigio per scendere sulla Terra, anche se non era ancora tempo.
Niente Paura, disse Arturo. A te penserò io. E individuati un papà e una mamma, consegnò Remigio, già curioso e felice di essere arrivato sulla Terra.
Il papà e la mamma furono sorpresi, dissero Ma Come, Di Già? Ma fu un attimo.
Avevano preparato per lui un lettino speciale, di cristallo purissimo, più riscaldato degli altri perché si sa, Remigio era ancora piccino e andava coccolato più degli altri. Lo infilarono in un sacco nanna morbido morbido, e caldo caldo, che non gli facesse rimpiangere il calduccio del suo lettino lassù, nella Stella Speciale.
Ci volle qualche giorno, a Remigio non piacevano tanto i tubicini e le lucine e i biiiiip che sentiva nel suo nuovo mondo, e non si lasciava intimidire dal fatto che qualche volta, l’aria di questo nuovo pianeta fosse un po’ troppo pesante per i suoi minipolmoni.
La mano della mamma lo calmava e il suono della voce del papà lo faceva sentire al sicuro.
E poi, c’erano tanti bimbi come lui, ben protetti nelle loro casette di cristallo.
Ben presto, Remigio poté fare a meno di tutti quei tubicini e tornò a casa, nella sua casa vera, coi suoi fratelli e sorelle più grandi, che gli volevano già un gran bene e che avevano riservato per lui la parte più bella della stanza dei giochi.
Appena imparò a scrivere, Remigio volle mandare un bigliettino di saluto ad Arturo, che lo aveva portato fin qui, e anche ad Adalgisa, cuoca distratta della Stella Speciale.
Laura Nani 2012 ©
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